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Per i produttori, comunque, sono alle porte grandi cambiamenti. L'ingresso nel mercato di Apple prima e Google poi, infatti, accelererà ulteriormente la competizione e farà scendere i prezzi medi di vendita dei dispositivi. Per ridurre i costi di produzione e mantenere i margini su discreti livelli si intensificheranno gli insediamenti in aree dove la manodopera ha costi contenuti (Cina, Taiwan, India, Vietnam, Europa dell'Est) e si accentuerà la pressione sui fornitori di chip e componenti. Interventi che però non eviteranno una sorta di rivoluzione sul mercato, con i maggiori vendor di cellulari (che attualmente controllano l'85% della domanda) che dovranno fare i conti con nuovi pretendenti al trono, compresi anche i produttori di pc. Servizi e contenuti saranno una voce sempre più importante nei bilanci di Nokia, Apple e via dicendo a conferma di una tendenza in atto secondo cui l'industria mobile sta velocemente entrando in una nuova era, in cui la differenza sul prodotto non la farà più l'hardware (il terminale in quanto tale) ma il software (le applicazioni). Chi si sarà preparato per tempo a questo radicale cambiamento avrà maggiori chance di successo. Ma intanto c'è da fare i conti con la crisi e il praticamente certo crollo delle vendite.